mercoledì, novembre 21, 2007

Emergenza zingari


Ciao,
oggi tratterò un tema di scottante attualità: l’emergenza zingari. Per farlo porterò l’esempio di una famiglia, che chiamerò S., per questioni di rispetto della privacy.
La famiglia S. ha radici lontane, le sue origini risalgono a diversi secoli or sono. E’ una famiglia in cui le tradizioni hanno sempre avuto un ruolo fondamentale. Il Patriarca, o Capofamiglia, è colui che detiene il controllo totale di tutte le attività, che risulta proprietario di tutti i beni materiali, e che prende le decisioni importanti. Se la famiglia possiede delle terre, il potere del Capofamiglia si estende, in maniera assoluta, anche su coloro che ci vivono. Per questo motivo egli, tradizionalmente, desidera che ci si rivolga a lui con espressioni e/o titoli che possono corrispondere ai noti “Vostra Maestà” oppure “Sire”. La sua sposa è la regina. Il titolo di Capofamiglia si trasmette al primogenito maschio, insieme a tutti i beni di famiglia. Sia la primogenitura che una attenta politica matrimoniale, riguardante i cadetti e le figlie femmine, cui spesso sono imposti matrimoni combinati e di convenienza, guidati dall’opportunità economica, assicurano che il patrimonio familiare non sia frammentato, ma anzi fanno sì che aumenti nel tempo. In effetti, l’incremento delle ricchezze costituisce da sempre la maggiore responsabilità del Patriarca nel corso della sua vita.
Ora conosciamo meglio gli usi della famiglia S.
Ricostruiamo la storia recente di questa famiglia.
Nei secoli XVIII e XIX in special modo, i Patriarchi che si sono succeduti alla guida della famiglia hanno condotto una campagna di conquista e di annessione di nuovi beni, possedimenti e territori, a spese di altre famiglie, naturalmente. Tutti gli abitanti di tali territori sono dunque passati sotto l’autorità della famiglia S., la quale, in molti casi, non ha esitato a reprimere con la forza le eventuali manifestazioni di opposizione da parte della popolazione. Nel primo quarto del XX secolo, i domini della famiglia S. hanno raggiunto l’apice. Poi, subito dopo, il declino. Un capofamiglia debole, incapace, non all’altezza direi, ha permesso che un uomo forte, estraneo alla famiglia, assumesse il controllo della situazione. Quest’uomo ebbe la possibilità di esercitare un potere assoluto sulle terre e sui rispettivi abitanti, con esiti devastanti. Fu un errore gravissimo e dalle conseguenze irreversibili ed irreparabili: la famiglia non riuscì più a riprendere possesso dei suoi beni. Anzi fu costretta a fuggire all’estero: erano gli anni ’40. La famiglia, rimasta ormai senza casa né patria, si stabilì dapprima in Portogallo, dove aveva forse alcuni interessi importanti. Certamente non fu facile affrontare la situazione per il Patriarca dell’epoca, specialmente all’inizio, sebbene si possa ragionevolmente ipotizzare che prima della fuga, abbia predisposto tutto il necessario, affinché una parte considerevole del tesoro familiare restasse nelle proprie mani.
In ogni caso il nucleo familiare si sfaldò: la regina si separò dal capofamiglia, per trasferirsi in Svizzera portando con sé l’erede maschio. Questi, per sopravvivere, svolse attività di vario tipo che attirarono l’attenzione delle autorità: fu indagato per traffico di armi, omicidio volontario, porto abusivo di arma da fuoco e ha fatto parte di almeno una associazione inquietante. Alcune sue dichiarazioni di stampo lievemente razzista sono state in seguito ritrattate. Alcuni membri della famiglia hanno avanzato forti dubbi sulla legittimità del suo status di erede al titolo di capofamiglia.
Ciò nonostante, nei primi anni del nuovo millennio, è stato consentito a lui, la sua signora e suo figlio di tornare nel paese che gli diede i natali. Dopo pochi anni ha dato nuovamente prova delle sue qualità facendosi arrestare con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. I procedimenti furono archiviati ma alcune intercettazioni telefoniche lasciano molti dubbi (o nessuno?) sul tipo di personaggio.
Il figlio è noto per non lavarsi le mani dopo aver pisciato.
Ora, tale pseudocapofamiglia e suo figlio, ritengono di essere stati defraudati del patrimonio (di cui, per come si sono svolti i fatti, nessuno dei due è mai stato legittimo proprietario) che i loro avi avevano depredato, e del quale i loro avi sono stati privati, in seguito a gravissime ed inespiabili colpe. Tali personaggi che definisco zingari, nella speranza che tornino a girovagare apolidi per il mondo, con rispetto furono allontanati dal nostro paese, con tolleranza sono stati di nuovo accolti. Ma siano ora, senza rispetto né tolleranza, poiché hanno dato ampia ed incontrovertibile dimostrazione di non meritarle, cacciati a calci senza possibilità di tornare.

martedì, novembre 20, 2007

Notizia curiosa

Ciao,

riporto esattamente come ricevuto dal notiziario dell'ADUC:

"CINA / Elastici per capelli da preservativi usati
Nella provincia meridionale Guangdong sono in vendita elastici per capelli fatti con preservativi usati. Gli elastici potenzialmente pericolosi vengono commercializzati in numerosi punti vendita e saloni di bellezza delle citta' Dongguan e Guangzhou, riferisce China Daily. Poiche' sono molto piu' convenienti degli altri, il loro successo cresce. I condom riciclati possono pero' ancora contenere batteri e virus, come mette in guardia il giornale. Secondo un dermatologo locale, non si puo' escludere l'infezione di una malattia genitale, Aids inclusa, poiche' le donne hanno l'abitudine di tenere in bocca l'elastico mentre si fanno la treccia o un nodo ai capelli. Intanto, un portavoce governativo ribadisce che riciclare i preservativi e' proibito."



Oceano?

Ma con quel cognome lì, andava bene Bobby...

mercoledì, novembre 14, 2007

I fatti di Badia al Pino


Di Gabriele sappiamo tutto, noi che non lo abbiamo conosciuto vivo. Faceva il DJ, era della lazio, la sua famiglia possiede un negozio di abbigliamento. Tutto qui? Vogliono farci credere che sia così. Anzi, dicono che la cosa più importante della sua vita fosse la lazio. L’hanno marchiato come tifoso, salvo aggiungere che era un bravo tifoso, di quelli moderati. Questo perché? Secondo me solo per unire con un ipocrita filo, nemmeno tanto sottile, la vicenda della sua morte con il mondo del calcio. Non prendiamoci per il naso! Un folle ed irresponsabile gesto di un agente di polizia, che sembra essere passato dalla parte dei buoni a quella dei cattivi nel brevissimo tempo della corsa di un proiettile, non centra nulla con il calcio. Da 40 o 70 metri non poteva vedere chi era presente sul sedile posteriore di quell’auto, tanto meno mirare al collo. Ma doveva sapere, non ci sono altre possibilità, che in quel modo poteva uccidere chiunque. Avrei potuto essere io, oppure un bimbo sul suo seggiolino, o la sua mamma. I quali non stavano recandosi a vedere un incontro di calcio. E allora parleremmo di tutt’altra storia. Ma, evidentemente, fa comodo (a chi?) così. Amato ha detto che nulla sarebbe accaduto se non ci fosse stata una rissa (?) in quella stazione di servizio. Vero. Concordo in pieno. Aggiungo anzi, che il problema delle risse non si presenterà più: la gente ha capito che oltre ai pugni potrebbe arrivare anche qualche pallottola.
La Feccia non ha perso tempo, ha rispolverato il suo frasario di circostanza, udito tante volte in precedenza: “il cordoglio”, “faremo luce”, “la famiglia”, “saremo inflessibili”, “la verità”. La verità. La verità è che la Feccia non sa, o non vuole, risolvere i problemi. Però li sposta. Da qui a lì. E per magia ci appaiono sotto una luce diversa. Così sembra che qualcosa sia stato fatto. Dopo i fatti di Catania, che nulla hanno a che fare col calcio, i rimedi proposti sono stati rigorosamente applicati? Sono serviti a qualcosa? No. Ad entrambe le domande. E allora di che stiamo parlando? I tifosi non sono quelli che girano armati di spranghe, coltellacci e forse pistole, alla ricerca di uno scontro. I tifosi sono persone che amano la propria squadra, parteggiano per essa, e talvolta la seguono. Basta. Non c’è altro. I delinquenti sono una cosa diversa. Non chiamiamoli tifosi per mascherare il fatto che per le nostre strade si permette ad essi di camminare liberamente.
Fermare il calcio è inutile. Un dispiacere per quelli come Gabriele. Un affare per i delinquenti.
Quello che ci hanno raccontato di Gabriele, è quasi zero. Era un fratello, era un figlio, era un amico, e chissà quante altre cose, magari nemmeno tutte positive. Chissà quante cose ancora era, e avrebbe voluto essere.
Di me, se dicessero che sono romanista e ascolto i Pink Floyd, non avrebbero detto nulla.
Da papà, vorrei non vivere mai il dolore dei genitori di Gabriele.
Da cittadino, vorrei i delinquenti in galera. Ma vorrei vederceli invecchiare. Vorrei che lavorassero per pagare tutti i danni causati. Vorrei vedere la speranza scomparire dai loro sguardi, anno dopo anno. E vorrei lo stesso per la Feccia.
Come ho già detto, in questi casi non c’è giustizia. Giustizia sarebbe: Gabriele a casa coi suoi, e l’agente in carcere. Ma non si può. E allora che sia la giustizia desiderata dalla famiglia Sandri.


martedì, novembre 06, 2007

Le tre fecce: la FECCIA, la Feccia e la feccia


La situazione è drammatica. Forse senza rimedio. La miccia è accesa e brucia rapidamente: quanto sarà lunga? I pupazzi cialtroni che ci governano insistono a tirare la fune. Insistono e persistono. Creano i problemi, fingono di affrontarli e pretendono di farci la morale. Gli ultimi episodi di cronaca costituiscono la normale e logica conseguenza di una situazione al limite. La donna trucidata. Il romeno arrestato. Le baracche demolite (e gli occupanti?). I romeni braccati e picchiati. Il governo romeno che si lamenta e rimprovera l’Italia (?!). I pupazzi cialtroni che litigano di cavilli e principi in parlamento senza concludere nulla. Questi ultimi sono la Feccia.
Ecco come la vedo io.
Esiste un gruppo di potere che si ritiene al di sopra di tutto e di tutti, la FECCIA. Prende decisioni nel proprio ed esclusivo interesse tramite i pupazzi cialtroni (la Feccia), i quali fingono, si badi bene, di appartenere a fazioni contrapposte. Ma è solo teatrino: Berlusconi e Prodi sono due schizofreniche manifestazioni dello stesso cancro che ci sta devastando. Interessi economici di pochi (la FECCIA) hanno determinato decisioni a livello nazionale ed europeo affinché paesi tra cui la Romania entrassero di corsa nell’UE. Questi ultimi ne hanno approfittato per darsi una ripulita e si sono liberati della propria feccia. E l’hanno spedita qui. Così noi abbiamo la nostra e la loro. Ora ci intimano pure di trattarla con tutti i riguardi, e di non provare a rispedirla al mittente. Già la nostra, di Feccia, aveva provveduto a spalancare le porte delle carceri, per salvare altra feccia (Feccia?); ora ci troviamo in un letamaio. Sempre la nostra Feccia, finanzia missioni di guerra in terra straniera a scapito di quella che sarebbe l’ordinaria amministrazione in patria, per la quale, ci dice, non ci sono i fondi. Così si è sparsa la voce che da noi la feccia regna sovrana. Ladri, criminali, assassini, stupratori, ma anche poveracci, disperati e reietti altrove indesiderati, sperano di rifarsi una vita qui. Ciascuno secondo le proprie competenze. E noi? Noi cittadini? Dobbiamo subire? Ci dicono che non è giusto farsi giustizia da soli e l’esempio viene dal ministro della giustizia nel caso De Magistris. Cara Feccia, la giustizia che mi faccio io sarà sempre migliore di quella che fai tu! Intendiamoci: l’intolleranza è sbagliata. E’ una generalizzazione senza senso. Bastonare gli stranieri è gravissimo, inaccettabile. Due sole sono le cose da fare: eliminare la Feccia, quella con la F maiuscola. Farsi dire chi c’è dietro (altra FECCIA, senza dubbio, ma tutta maiuscola) e ripulire bene, sterilmente direi. Per i criminali (la feccia) galera o corda. Attenzione, ho detto criminali, non poveracci. Senza moralismi. Chi non riconosce i fondamentali diritti altrui, non si deve azzardare a reclamarne di propri. Tutti dovrebbero nascere liberi. I diritti di tutti dovrebbero essere garantiti. Ma nel corso della propria vita, si deve dimostrare, o per lo meno, si deve fare di tutto, per meritarseli, questi diritti. Senza moralismi. La FECCIA biancovestita, col suo ghigno vampiresco, reclama, assieme ai suoi neri servitori, accoglienza. Quanti bisognosi sono accolti nei giardini vaticani? Basta! Lui è uno di coloro che stanno dietro, è uno di quelli che tutela i propri interessi, è uno di quelli tutti maiuscoli. Cerca di tenerci buoni, con le storie del perdono e della carità cristiana, virtù che si vanta di praticare, tacendo il fatto che lo fa con soldi nostri e ci ha costruito un impero.
Non sono comunista, non sono fascista e non sono razzista. Le regole devono valere per tutti, indipendentemente dal colore e dalla religione, non c’è burka o croce che tenga. Non mi dite che la pena capitale è incivile, se l’alternativa è ancora più rozza: criminali a piede libero, grazie alle attenuanti generiche, l’infermità mentale, la condizionale o, peggio, l’indulto. La pena capitale è purtroppo (o per fortuna) irreversibile. Se sbagli, non c’è rimedio. Ma con la FECCIA e con la Feccia puoi andare sul sicuro. Per quanto riguarda la feccia, quella normale, quella che gira per strada con noi, è sufficiente un po’ più di controllo, un po’ più di fermezza ed un mondo più giusto. Ricordiamoci che se alcuni non hanno di che vivere e sono senza alternative, è perché altri ne hanno in abbondanza. Ricordiamoci che le religioni e le fazioni politiche servono a dividerci e contrapporci. Ricordiamoci che non sono i bambini ad essere la nostra speranza, siamo noi adulti ad essere la loro rovina. Ricordiamoci che la più grande vittoria del demonio non è stata di convincerci che non esiste, ma di assicurarci di essere buono.
Quando ci ricorderemo di tutto questo, allora avremo compiuto il primo passo verso un mondo migliore.

mercoledì, settembre 12, 2007

V-day


Ciao,

credo che il V-day sia stata una buona cosa. E spero che non finisca lì. Non ne ho parlato in precedenza perchè ultimamente ho curato poco il blog. Mi sarebbe piaciuto partecipare, per apporre anche la mia firma, tuttavia, come molti altri, immagino, non l'ho fatto. Ma dobbiamo cambiare le cose, quindi benvenga il V-day. Grillo non sarà un santo, ma di quelli ce ne sono già troppi... Va bene così.
Comunque è ora di rimboccarsi le maniche e passare alle vie di fatto. Ho seguito parte della manifestazione grazie alla replica televisiva su Europa 7 e, tra le altre, due riflessioni le voglio riportare.

La prima. Quando la famiglia Guzzanti si riunisce al gran completo di che caspita parlano? O si scannano tra padre e figli oppure ci prendono tutti per il naso...

La seconda. Così come non è sufficiente dire ad un delinquente straniero: "tieni il foglio di via e tornatene al tuo paese", allo stesso modo, dire "vaffanculo" non basta a far sì che qualcuno ci si rechi effettivamente. Bisogna, per fare le cose per benino, prenderlo di peso e portarcelo.

Non mi illudo però, che un trasferimento coatto di qualche centinaio di parlamentari sia sufficiente a risolvere i problemi del paese. Loro sono soltanto i portaborse dei reali burattinai, i quali hanno voluto inserirli nei posti chiave

INDIPENDENTEMENTE

dalle nostre scelte elettorali.

Pertanto, viva il V-day. Comunque alle prossime elezioni, stando così le cose, penso che non voterò.

lunedì, giugno 18, 2007

Passato, presente, futuro


Ciao,
in passato ho studiato con impegno, e grazie all’aiuto ed alla pazienza di coloro che mi vogliono bene, ho centrato l’obiettivo di una prestigiosa laurea con lode. Chi ha studiato bene, mi dicevo, è preparato e stimato in ambito universitario non incontrerà difficoltà a trovare lavoro. Fu così infatti: rinunciai alla carriera universitaria, declinando l’invito dei miei professori. D’altra parte troppi anni ancora fra dottorati, gavetta, contratti capestro, sarebbero serviti per ottenere il posto di ricercatore. Ma questa è un’altra storia.
Lavoro ormai da parecchi anni, sempre per la stessa azienda. Periodi buoni, altri meno buoni, alcuni pessimi. Ho una famiglia. Ho una casa. Devo ritenermi felice e soddisfatto. E anche fortunato. Ma sono preoccupato. L’orizzonte non è limpido. Scure nubi si stanno avvicinando. La corda è tesa, quasi al limite, eppure, dall’altra parte, si continua a tirare.
L’euro è stato un brutto colpo per molti, un affare colossale per alcuni. Ci hanno tolto la pensione, poi il TFR, diritti che pensavamo certi, granitici. Banche, società di credito, assicurazioni, fanno a gara per aggiudicarsi il gruzzolo e, se va bene, solo il grosso degli interessi che frutterà. Se va male inventeranno una scusa, e resteremo senza nemmeno il classico tozzo di pane. Lavoriamo, ma lo stipendio resta quello. Aumenti? Non se ne parla. La ripresa economica del paese? Se ne parla. Da almeno dieci anni, a mesi alterni. Come il vaccino per l’AIDS e la cura per il cancro (ma anche questa è un’altra storia). Il lavoro è diventato un privilegio, il salario un optional. E si fatica sempre di più. Ora sappiamo di essere osservati, spiati, in qualche modo minacciati. Cambiamenti? Nessuno. Destra o sinistra? Ormai sono equivalenti, non c’è differenza: tutti tirano la corda. Si accusano l’un l’altro dichiarandosi amici della gente. Uno di loro ha ottenuto molto dal consenso nazionale: soldi, agevolazioni, celebrità, favori, ed una fedina penale meno sporca. In cambio ci ha dato alcuni delinquenti in parlamento, il grande fratello e Maria De Filippi. Il suo antagonista invece, non si sa cosa si sia preso e nemmeno cosa ci abbia dato. Forse lo capiremo guardandoci dietro. Ambedue, però, tirano la corda. Imperterriti. Non credo più nel voto, in questa pseudodemocrazia, utile solo per designare l’assegnazione di un ruolo, non per governare un paese.
Qualcuno di loro ha detto che la politica è in crisi. Mi ricorda il piromane che da al fuoco la colpa dell’incendio. Lui è uno di quelli che tira di più. Di nascosto, però. La corda è sempre più in tensione. Molte famiglie sono scivolate in un vortice che le lascia senza risorse tra uno stipendio ed il successivo. Tra poco toccherà ad altre. Prima o poi anche alla mia. E la corda? Si spezzerà, spero. Molti saranno decapitati dalla frustata dei due spezzoni. Agli altri dovremo pensare noi. E’ questione di tempo, ma credo che se non sarà la mia generazione, toccherà a quelli come mio figlio, fare pulizia e rimediare agli errori nostri e dei nostri padri. Serviranno mezzi drastici, purtroppo, poiché lo sporco accumulato nel Parlamento è molto ostinato. D’altra parte sono decenni che non si cambia nemmeno l’aria, lì dentro. Hanno provato a farci credere che pulizia fosse fatta, ma è evidente che hanno soltanto messo la polvere sotto il tappeto. Chi si ribella è un terrorista, dicono. Bene, allora è proprio dei terroristi che c’è bisogno. Adesso. Dobbiamo avere la forza ed il coraggio di tagliarla noi questa maledetta fune, prima che si spezzi da sé. Altrimenti domani sarà guerra civile e non voglio pensare alla fine che farà il sorriso del mio bambino.

lunedì, maggio 28, 2007

L'uomo nero


Ciao,
ho letto, naturalmente, la prolusione di Bagnasco pronunciata in occasione della 57a assemblea generale della cei svoltasi a Roma nei giorni 21-25 maggio 2007. Vorrei non leggerne altre, in futuro. Intanto commento questa.

Il principio: “prima pensiamo a noi e poi agli altri“ è più che mai valido. A saluti e leccatine al principale sono dedicati i primi sei (6!) punti del documento.

Passiamo oltre.
Cito testualmente dal punto 7): “Mi è caro insistere come la dimensione missionaria è insita nella pastorale ordinaria delle nostre parrocchie e aggregazioni: la vita articolata di queste realtà, infatti, pone continuamente in contatto con persone anche non credenti o non praticanti, alle quali, nell’immediatezza dei rapporti con il pastore, viene annunciato il Signore. D’altronde, il Vangelo ci esorta a seminare a larghe mani con generosità, senza selezionare i terreni che appaiono più adatti, e con grande fiducia nella forza della grazia.”
E poi dal punto 8): “Per questo, anche quando la persona non ha ancora sviluppato e attuato le sue capacità o perde coscienza di sé, resta persona degna di rispetto e di diritto. La sua dignità è dunque intrinseca e incancellabile qualunque siano le circostanze di vita.”
E’ recente la notizia di un parroco che ha rifiutato di concedere la comunione ad un ragazzo autistico. Non commento oltre.


Finalmente al punto 9) si parla della gente in termini meno astratti. La chiesa si proclama cosciente dei problemi delle famiglie, cui tiene tanto: asili per i bimbi, difficoltà nel comprare casa, etc.

Naturalmente tutti sappiamo che le scuole cattoliche (largamente sovvenzionate e favorite dallo stato italiano) sono pronte ad accogliere gratuitamente i figli delle famiglie più bisognose…
Naturalmente tutti sappiamo che l’immenso patrimonio immobiliare della chiesa cattolica (ICI free!) è a disposizione di chi non ha un tetto…
Naturalmente sappiamo che la banca vaticana concede mutui e prestiti a condizioni favorevoli per coloro che si trovano in difficoltà…


Al punto 10) arriviamo al Family Day. Cito: “ Se a livello di media laici non c’è stata sempre prontezza nel cogliere la novità e la portata di questo evento, non di meno esso rimarrà come un segno forte nell’opinione pubblica e come un appello decisamente non trascurabile per la politica. E' la società civile infatti che si è espressa in maniera inequivocabile e che ora attende un’interlocuzione istituzionale commisurata alla gravità dei problemi segnalati.” Questo è un goffo e subdolo tentativo di etichettare come incivili coloro che la pensano in modo diverso…

Ci sarebbe molto altro ma sto per vomitare e devo andare in bagno.

venerdì, maggio 18, 2007

Dio



Ciao,
sono tempi difficili, questi. Ma non ci possiamo lamentare: i tempi facili non sono mai esistiti, mentre quelli difficilissimi si.
I politicanti, i potenti, i preti, il sistema. Chi ci crede può sempre sperare in Dio. La giustizia? No, quella non esiste. Casomai la vendetta…
Ma questo benedetto dio esiste oppure no? Fior di pensatori, filosofi e matematici hanno trascorso la propria vita nel tentativo di dimostrarne l’esistenza. Non sono riusciti a stabilirne neanche la necessità. Ma supponiamo pure che esista. Cosa potremmo dire di lui? Ammettiamo che abbia creato l’universo e quindi anche il nostro mondo. Certamente non si è rivelato all’umanità intera, altrimenti non avremmo quel coacervo di religioni che ci ritroviamo (a dire il vero molte di esse, sembrano proprio frutto di fantasie un po’ deviate…), ma tutti saremmo d’accordo nel credere nello stesso dio. Dunque dobbiamo ritenere che stia da qualche parte, magari osservando, magari occupandosi di altro: non ci è dato saperlo. Il punto secondo me è: interviene lui nella nostra vita, nelle vicende terrene? Se adottasse un criterio di giustizia ed equità, sicuramente no. Infatti, soprusi, crimini, delitti, sono all’ordine del giorno senza che alcuno dei colpevoli sia fulminato all’istante. E nemmeno a dire che i più deboli, coloro che subiscono, abbiano a godere di un qualsivoglia risarcimento. Possiamo ritenere con certezza che questo tipo di giustizia non fa parte del nostro mondo. Chiediamoci allora se possa intervenire secondo altri criteri. Ad esempio il criterio opposto. Per come vanno le cose è sicuramente da ritenersi più probabile, ma in tal caso la speranza e la fede non avrebbero alcun significato. L’unica alternativa ragionevole è la sua astensione da qualsiasi intervento. Miracoli compresi. E da uno scenario di questo genere deriverebbero una serie di considerazioni interessanti. Ad esempio, sarebbe vana ogni invocazione di intervento, ogni richiesta di grazia, ogni voto, ogni preghiera. Ma sarebbe impossibile anche distinguere tra bene e male, almeno secondo quella che dovrebbe essere l’interpretazione che lui ne avrebbe. Questo perché tra noi e lui non ci sarebbe mai stato alcun contatto. Ma in questo caso, come l’uomo ha potuto partorire l’idea di dio? E comunque, buoni o cattivi, saremmo tutti sullo stesso piano, di fronte a lui? Inoltre, sarà vero che le nostre azioni saranno sottoposte a giudizio? E a che scopo? In effetti l’esistenza di dio non presuppone affatto l’immortalità della nostra anima, ed il suo destino in base al comportamento durante la vita terrena. Questa sembra anzi una speranza dell’uomo, il quale teme la morte in quanto assoluta e definitiva. Tutto potrebbe esaurirsi allo scadere del tempo, al termine del ciclo vitale, semplicemente perché dio ha voluto che fosse così.
Nessuna, tra le grandi religioni, è capace di fornire risposte esaustive e convincenti. Alcune, al contrario, sostengono tesi assurde e paradossali, puntando sulla fede, a volte sulla credulità, altre persino sulla paura.
Nessuna, tra le grandi religioni, prende in considerazione la possibilità che le cose stiano come le ho esposte, perché in tal caso esse non avrebbero motivo di esistere.
Nessuna, tra le grandi religioni, è stata rivelata direttamente da dio a tutta l’umanità, quindi tutte ammettono una certa subdola forma di razzismo da parte di dio stesso.
Tutte le grandi religioni, chiamano o hanno chiamato, e sicuramente chiameranno di nuovo, i propri adepti, alle armi in nome di dio e della propria fede.
Tutte le grandi religioni ricorrono a dio per giustificare se stesse, nessuna esiste per giustificare dio.
Tutte le grandi religioni sono inutili (ma provvidenziali per coloro che le guidano).
Tutte le grandi religioni sono dannose.
La spiritualità, la fede, la sensibilità nei confronti del trascendente, sono proprietà dell’individuo, non della collettività. Credere o non credere non è una scelta, è un fatto che riguarda il singolo.Relativismo? Chiamatelo come volete, a me sembra giusto così e non ci vedo nulla di male. Forse perché non ho nulla da perderci.

martedì, aprile 03, 2007

"Bagnasco vergogna"

Ciao,
gli ultimi eventi mi portano di nuovo ad una breve riflessione.
Il fatto: la scritta “Bagnasco vergogna” è comparsa sul portone di una chiesa, a Genova. Si tratta di una protesta, senza dubbio. Scrivere sui muri è certamente deprecabile, e se questo fosse solo il primo passo, cui seguiranno altre azioni, i protagonisti rischierebbero di passare dalla ragione al torto. Anche perché la chiesa è abilissima a sfruttare situazioni in cui può essere considerata vittima di qualche sopruso, e a ribaltare sugli altri pesanti sentimenti di colpa. Ma queste sono supposizioni. Io voglio considerare solo il fatto. La realtà. Dunque, “Bagnasco vergogna” non può essere considerata una ingiuria, perché non lo è. In fondo, è alla lettera, un forte invito ad un esame di coscienza. Non è nemmeno una minaccia, né un’intimidazione: è il punto di vista di molte persone. Tuttavia leggo che si sta valutando la possibilità di fornire una scorta al sig. Bagnasco. Credo non sia una buona idea: si inizierebbe a giustificare una situazione che non si è ancora realizzata. Anzi, credo che lo stesso Bagnasco dovrebbe rifiutare: se, come sostiene, ha espresso soltanto in maniera legittima il punto di vista suo e della chiesa sulla nota questione dei DICO, non ha nulla di cui vergognarsi e non deve dare l’impressione di allontanarsi dalla gente. Una scorta erigerebbe un muro tra lui, quindi tra la chiesa, e la società. E una chiesa che non faccia parte della società, e che addirittura percepisca di doversi difendere da essa, non sarebbe esattamente ciò che sostiene di essere.

lunedì, aprile 02, 2007

Libri ( 3 - P. Odifreddi)

Ciao,
concludo oggi la trilogia dei post sulle ultime attività vaticane, e lo faccio parlando di un libro. Si tratta di un fenomeno editoriale importante, considerando che siamo in Italia che, vuoi o non vuoi, è il paese che subisce di più le pressioni della chiesa cattolica. Il titolo è “Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)” di Piergiorgio Odifreddi, Ed. Longanesi.
Non si tratta, a dire la verità, di un testo particolarmente originale: contestazioni ad inesattezze, errori e stupidaggini di vario tipo contenute nella bibbia, sono state presentate già in numerosi testi:
“500 errori nella bibbia” di Adel Smith, oppure “Verità e menzogne della chiesa cattolica” di Pepe Rodriguez, solo per citarne un paio. In genere questo tipo di letteratura non riscuote molto successo in Italia, per il motivo che ho esposto in precedenza, ed in effetti le due opere appena menzionate sono state stroncate soprattutto attraverso una feroce critica (a volte, ma non sempre giustificabile) nei confronti degli autori. Tuttavia sui contenuti c’è poco da discutere, è sufficiente leggere la bibbia con un po’ di senso critico. Comunque, per molti è ovvio che un testo così antico possa riportare alcune inesattezze o incongruenze. Quindi, data l’impossibilità di prendere alla lettera i passi biblici, diviene obbligatorio procedere per interpretazione. La chiesa cattolica lo ha fatto e lo fa tuttora, ma in una maniera che definire libera è decisamente troppo restrittiva. Interpretare in modo variopinto una traduzione già spregiudicata di suo (oppure errata volutamente) , può portare a sostenere cose molto diverse e certe volte opposte a quanto scritto sui testi originali. E’ un po’ come prendere un libro di cucina ed interpretarlo per tirarne fuori elementi di diritto amministrativo. Odifreddi punta proprio su questo, ma non si limita ad una critica asettica ed obiettiva: spogliando la chiesa di qualsivoglia sacralità pone in ridicolo le sue asserzioni dogmatiche ed assurde. Non teme l’inferno, e si vede. La chiesa cattolica è considerata non più (forse meno) delle altre sette cristiane, proprio per la sua adorazione nei confronti dell’ossimoro (termine gradito all’autore) piuttosto che in Dio.
Come mai, allora, un libro così dissacrante può diventare un fenomeno editoriale nel paese che rappresenta l’icona del sacro?
Sicuramente l’autore si è guadagnato, attraverso le sue precedenti opere, una discreta fama di abile ed apprezzato divulgatore, ma questo a mio avviso, non è l’unico motivo. L’arroganza, la supponenza e la superbia con cui la chiesa cattolica pretende di imporre la sua visione del mondo e la sua verità sta risvegliando molte coscienze. Dopo un lungo papato, in cui molto si è giocato sul vittimismo (l’attentato di Piazza S.Pietro, l’infermità di un vecchio papa) per celare o mettere in secondo piano tutti quegli eventi che avrebbero dovuto essere chiariti meglio (Emanuela Orlandi, Mirella Gregori, la morte delle guardie svizzere, lo IOR, il ruolo del vaticano (che non fa politica, ricordiamolo) nella fine degli imperi comunisti, gli scandali dei preti pedofili, etc), poco si può fare ora per rendere più accettabili le posizioni anacronistiche, integraliste e fondamentaliste dell’attuale papa dal sorriso inquietante e spigoloso. La chiesa cattolica sta diventando antipatica, forse perché commette degli errori, ma di sicuro perché si ritiene infallibile, guarda sempre la pagliuzza nell’occhio altrui e mai la trave nel proprio.

venerdì, marzo 30, 2007

La Nota della cei

Ciao,

ho letto la famosa "nota della cei". Non voglio entrare nel merito di ciò che pensa la chiesa: esiste la libertà di pensiero (che, tra l'altro, la chiesa ha osteggiato a lungo nella sua storia...). Aggiungo inoltre che, a mio parere la chiesa, o qualunque altra autorità religiosa, ha il diritto di rivolgersi ai propri fedeli: esiste la libertà di parola.

Detto ciò, mi preme contestare i vescovi quando affermano di non avere "interessi politici da affermare": quando si tratta di eventi, congressi, incontri, presentazioni, conferenze inerenti la politica sono sempre seduti in prima fila, a volte sonnacchiosi, ma presenti (basta guardare i telegiornali).

Il punto precedente è tanto vero che, poche righe dopo, si trova il seguente passo: "Una parola impegnativa ci sentiamo di rivolgere specialmente ai cattolici che operano in ambito politico. Lo facciamo con l’insegnamento del Papa nella sua recente Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis: «i politici e i legislatori cattolici, consapevoli della loro grave responsabilità sociale, devono sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza, rettamente formata, a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondati nella natura umana», tra i quali rientra «la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna» (n. 83)." Ovviamente il "non abbiamo interessi politici da affermare" a questo punto è chiaramente una falsità. A questo proposito ricordo qualcosa che suona più o meno così: Non dire falsa testimonianza...

Ma andiamo avanti: "In particolare ricordiamo l’affermazione precisa della Congregazione per la Dottrina della Fede, secondo cui, nel caso di «un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge» (Considerazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 3 giugno 2003, n. 10)."

Mi pare evidente che quando ci si rivolge non a tutti i fedeli, ma solo ad alcuni, più influenti degli altri, affinchè decidano per tutti, si stia esagerando. Questo è intollerabile. La chiesa parli pure liberamente, ma non si azzardi a suggerire, nè tantmeno ad imporre ai politici credenti come votare all'interno del parlamento di un'altra nazione. Non mi pare nemmeno tanto casuale il riferimento alle fiamme eterne dell'inferno di paparazzy di pochi giorni or sono: mi sa tanto di minaccia...

E ancora: "Il fedele cristiano è tenuto a formare la propria coscienza confrontandosi seriamente con l’insegnamento del Magistero e pertanto non «può appellarsi al principio del pluralismo e dell’autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della società» (Nota dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, 24 novembre 2002, n. 5)."

In conclusione, trovo assolutamente amorale il comportamento della chiesa. Non so se le cose potrebbero migliorare, tuttavia spero presto di aggiungere nuovi francobolli alla mia collezione di sedi vacanti.



giovedì, marzo 29, 2007

Di male in peggio

Ciao,

Nei giorni 26-29 marzo 2007 si svolge il consiglio permanente della CEI. Dal sito della chiesa cattolica italiana è possibile scaricare sia la prolusione del nuovo presidente della CEI (Sig. Bagnasco), sia la nota della stessa CEI che si riferisce ai cosiddetti DICO. In questo post mi occuperò del primo documento.

Rispetto alla gestione precedente (Sig. Ruini), poche cose sono cambiate e comunque in peggio.

Si conferma che la chiesa pensa innanzi tutto a se stessa: al punto 7 si riassumono brevemente i temi che più le sono cari, e cioè nell'ordine: "la promozione e la tutela della fede e dei costumi, la traduzione dei libri liturgici, la promozione e la formazione delle vocazioni sacerdotali, la messa a punto dei sussidi per la catechesi, la promozione e la tutela delle università cattoliche e di altre istituzioni educative, l’impegno ecumenico, i rapporti con le autorità civili, la difesa della vita umana, della pace, dei diritti umani, anche perché vengano tutelati dalla legislazione civile, la promozione della giustizia sociale, l’uso dei mezzi di comunicazione sociale." Vale a dire prima la chiesa, poi la gente. Mi pare corretto ricordare che questi signori perseguono tali scopi grazie ai soldi che chiedono (estorcono?) ai cittadini con l'ottopermille. E fino qui nulla di diverso rispetto al passato.

Al punto 11 il Sig. Bagnasco ci riserva una vera chicca: "Il Magistero della Chiesa, pertanto, è servizio all’uomo che vive i vari e complessi ambiti dell’esistenza. Questo irrinunciabile servizio viene offerto a tutti i cattolici con grande fiducia nella forza della grazia. Ma poiché ha a cuore l’umanità intera, la Chiesa a tutti si rivolge cosciente del dono ricevuto per il bene di tutti, riconoscendo cioè di essere “esperta in umanità”, come disse Paolo VI davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite (il 4 ottobre 1965). Tale esperienza non è presunzione, ma deriva – oltre che dalla rivelazione del suo Signore e Maestro – anche dal credere alla forza della ragione come capacità del vero, da duemila anni di storia, nonché dall’incontro con la ricchezza di innumerevoli culture. È questo crogiuolo che ha dato origine a quella civiltà umanistica che, nonostante incoerenze ed errori, l’Italia e l’Europa conoscono, e che costituisce il fondo dell’ethos del nostro popolo." Cioe' vuole farci credere che la chiesa si basi sulla ragione nella ricerca del vero! Roba da scomunica... Quanto all'incontro con innumerevoli civiltà, forse era meglio dire scontro.

Tralascerei le citazioni teologiche, prive di qualsiasi implicazione pratica di cui il documento trabocca e citerei un'ultima frase: "La famiglia ha bisogno oggi di tutta la premura che la Chiesa − con la sua esperienza e la sua libertà − vi può riversare." A questo proposito avrei una domanda: visto che la chiesa tiene così tanto alla famiglia, cosa fa concretamente per essa? Forse, attraverso lo IOR, concede mutui a interesse zero per coloro che vorrebbero avere una casa? Oppure si ricorda delle famiglie solo per bussare cassa?

lunedì, marzo 12, 2007

La battuta dell'anno

Ciao,

Bagnasco sostituisce Ruini alla guida della CEI e fa subito capire di che pasta è fatto. Un prete che si lamenta della caccia alle streghe...

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200703articoli/19115girata.asp?


giovedì, marzo 01, 2007

Libri (2 - Tolkien)

Ciao,
non vedo cosa potrei aggiungere in poche righe a quanto è stato detto e scritto finora su “Il signore degli anelli” di Tolkien. D’altra parte non mi è possibile non citarlo, per cui proverò a dire la mia. Innanzi tutto un consiglio per chi non l’avesse ancora letto: leggete prima “Lo hobbit”, cronologicamente è la vicenda che precede ed introduce ai tre libri dell’opera maggiore e più celebre. Alcuni dei personaggi sono gli stessi e sarà più semplice comprenderne il carattere.
E’ un’opera fantasy certo, ma talmente credibile che sembra storica. Un tempo lontano, un luogo indefinito, battaglie epiche e cruente, eroi che vivono, lottano e finalmente muoiono. Sembra impossibile inventare un mondo così dettagliato e credibile, eppure Tolkien l’ha fatto così bene, che si fatica a crederlo finto. Un’idea della complessità e della profondità dell’universo Tolkeniano si può ricavare da “Il Silmarillion”, in cui si possono studiare (non mi viene termine più adatto) gli albori di questo fantastico mondo, le genealogie dei protagonisti e molto altro.Grazie Tolkien è tutto ciò che posso dire.

martedì, febbraio 13, 2007

Il clima

Ciao,

si fa un gran parlare di come e quanto il clima stia cambiando. Procediamo con ordine. Il clima cambia? Si, è vero. Però è altrettanto vero che cambia in continuazione, più o meno da quando esiste il nostro pianeta. E di questo esistono solide prove, basta cercarle. Si tratta dunque di un fenomeno naturale. Ma, si dice, quello che sta accadendo oggi non ha precedenti: il cambiamento è troppo veloce e porterà tra 50 o 70 anni alla desertificazione delle zone mediterranee, all'innalzamento del livello del mare, etc. Ma è vero tutto ciò? A tal proposito ho alcune cose da dire. Da rilievi tramite carotaggi effettuati in Groenlandia è emerso che variazioni climatiche improvvise e di notevole entità si sono verificate piuttosto spesso negli ultimi milioni di anni, solo che i catastrofisti non erano presenti per rilevarle. Inoltre, per concludere, mi chiedo come siano possibili previsioni sulle variazioni climatiche a 50 anni, quando non si riesce ad avere una previsione meteo attendibile a tre giorni.

Come in molti altri casi, chi grida "Al lupo" cerca facili guadagni...

http://www.galileo2001.it/materiali/documenti/Franco_Battaglia/05_09_20_battaglia.php


giovedì, febbraio 08, 2007

Il basilico è pericoloso?


Ciao,
ti piace il pesto alla genovese, vero? Come tutte le cose buone però, esiste un rovescio della medaglia. Nel 2001 è stato pubblicato un articolo sulla rivista scientifica J. Agric. Food Chem. (2001, 49, 517-521) da alcuni scienziati italiani. L’articolo è facilmente reperibile sul web (provate a ricercare le parole “Ocimum basilicum genovese gigante”).
Lo studio ha esaminato, in particolare, una varietà di basilico denominata Genovese Gigante, la quale sembra essere la più largamente impiegata per la produzione del celebre pesto, grazie alle sue qualità organolettiche. Anzi, le foglie provenienti dalle piantine più giovani sembrano le più ricercate. Gli autori hanno messo in relazione il contenuto di metileugenolo nell’olio essenziale estratto dalle piante studiate, con l’altezza (e quindi l’età) delle piantine stesse. I risultati dimostrano che il metileugenolo è il principale componente dell’olio essenziale ottenuto da foglie prelevate da piantine non più alte di 10 cm. Quando la pianta è più alta, la quantità di metileugenolo decresce.


Metileugenolo

Ma cos’è il metileugenolo? E’ una sostanza probabilmente derivata per via enzimatica dall’eugenolo, anch’esso presente nell’olio essenziale, estratto dalle foglie di basilico. Ma a noi interessa il metileugenolo, in quanto ritenuto cancerogeno secondo studi effettuati sugli animali. In una porzione di pesto, preparato con giovani piante di Genovese Gigante, la quantità di metileugenolo si può considerare non trascurabile, e quindi, gli autori dell’articolo auspicano che si utilizzino piante mature, e non giovani, per la preparazione del pesto alla genovese. Ci facciamo due spaghetti alla carbonara stasera?



mercoledì, febbraio 07, 2007

I buffoni della politica

Ciao,
sono infuriato, sono indignato, ma sono sincero. I nostri buffoni non fanno ridere, non l’hanno mai fatto. Sono maschere tragiche, che nessuno indosserebbe a carnevale. A ragione. Sarebbe pericoloso camuffarsi da Berlusconi: potresti essere catturato dai comunisti o ucciso da un sicario assoldato dalla seconda moglie. Se ti travesti da Pannella saresti costretto al digiuno fino al mercoledì delle ceneri: niente frappe. La maschera di Buttiglione ti confinerebbe a Cartoonia per il resto della vita. Con le facce di Amato, Prodi e Mastella verresti linciato per strada dai Power Rangers o da un Uomo Ragno panciuto. Un Califfo (non si sa se quello vero) arrapato può essere pericoloso per una Melandri in gonna e parrucca. Stanno macchinando un atroce scherzo di carnevale. Alla faccia di Filippo Raciti. Anzi, grazie a lui ed alla sua morte. Non sono migliori dei suoi assassini. Sono vampiri che stanno succhiando denari da questa storia. Senza bisogno dei denti finti: hanno quelli veri, loro.
La storia è arcinota: FUORI dallo stadio di Catania si è svolta la Battaglia omonima. Filippo Raciti è morto. Assassinato. Si sta cercando l’omicida. Ma il vero colpevole è stato già individuato dai nostri buffoni: è lo stadio. Non è a norma, e quindi è tutta colpa sua. Non di chi non l’ha adeguato, non di chi ha concesso deroghe, non di delinquenti inferociti. Lo arresteranno? Lo processeranno? Lo condanneranno? Lo imprigioneranno?
No. Niente di tutto questo. Gli regaleranno un bel lifting. A spese nostre naturalmente. E loro ci faranno la cresta, come fanno sempre.
Sebbene gli scontri con le forze dell’ordine avvengano generalmente fuori dagli stadi, a margine di un evento sportivo che funge chiaramente da pretesto, ci dicono che il problema è la sicurezza negli stadi (cioè all’interno di essi). E’ scandaloso e falso e lo possono verificare tutti. A che serve identificare chi entra allo stadio se i delinquenti aspettano fuori? Se lo stadio di Catania avesse avuto i tornelli, la battaglia si sarebbe evitata? Negli stadi si possono verificare risse, è vero. Ma gli episodi più gravi nascono fuori: chi permette l’ingresso di motorini sugli spalti? E i razzi chi li fa entrare?
Il nostro è un problema di educazione e di cultura, ma i buffoni non hanno interesse a risolverlo, anzi. Un popolo ignorante e rozzo è più facile da prendere in giro, come in questo caso. Per loro il problema è un altro: i soldi. Da quanto tempo si dice che dobbiamo rifare gli stadi? Ecco, questa è un’occasione da non farsi scappare, anche perché in caso contrario si rischia di perdere l’organizzazione dei campionati europei del 2012 (principale preoccupazione di Pancalli dopo i fatti di Catania). Rifare gli stadi per i mondiali del 1990 costò al paese cifre da capogiro, servite più che altro ad arricchire i buffoni di allora. I presidenti dei grandi club e gli abbonati non vogliono gli stadi vuoti: perderebbero soldi. Le televisioni (e quindi anche Berlusconi) non vogliono che il calcio si fermi: perderebbero soldi. E quindi? Quindi tutto tornerà come prima, dopo qualche giorno di digiuno purificatore. In tutto ciò, ho apprezzato Matarrese quando se l’è fatta addosso. Chiaramente è stata una gaffe involontaria: gli scappava e non ha saputo trattenerla. Cosa? La verità. E’ stato l’unico che abbia detto come stanno veramente le cose, ed i suoi colleghi buffoni avrebbero voluto ammazzarlo. Sul serio. Perché non li ammazziamo noi?

lunedì, febbraio 05, 2007

La Battaglia di Catania

Ciao,
in questi giorni piangiamo tutti la scomparsa di Filippo Raciti durante la Battaglia di Catania. E sempre in questi giorni ho sentito tante di quelle corbellerie sull’argomento, che mi sento costretto ad intervenire con questo post.
Catania è una piazza calda, come hanno confermato molti ex-calciatori che vi hanno trascorso parte della loro carriera. Tuttavia, i fatti luttuosi di sabato sarebbero potuti accadere ovunque. Le scritte apparse sui muri di molte città italiane, costituiscono la prova che il campo di battaglia è esteso a tutto il territorio nazionale. C’è una guerra tra fazioni di colore diverso: da una parte c’è lo stato, dall’altra gruppi più o meno numerosi, più o meno organizzati, più o meno schierati politicamente, più o meno manipolati, ma comunque violenti e desiderosi di combattere la propria guerra. Non saprei come definirli, forse delinquenti, certamente non tifosi. Le ragioni di tanta ferocia possono essere diverse. Tra tutte, si parla di disagio sociale. Da cosa abbia origine questo disagio nessuno lo dice. I nostri politicanti si sono limitati ad esprimere cordoglio alla famiglia colpita, ed ad affermare che si è passato il limite e saranno attivati provvedimenti severissimi. Esattamente quanto detto e fatto pochi mesi or sono dal di allora ministro Pisanu. A quanto pare inutilmente. E non mi importa sapere se per deficienze dei provvedimenti o di chi avrebbe dovuto farli rispettare. A questo punto la domanda è: cosa dobbiamo aspettarci?
Ecco come la vedo io. La nostra società non è malata, come pure sento spesso dire. E’ decadente. Ci troviamo in una fase in cui diamo importanza all’effimero, all’apparenza, all’ostentazione. Non badiamo a come stanno le cose, ci interessa come sembrano. Curiamo la forma, non la sostanza. Ci interessa il successo come scopo finale, non come conseguenza di particolari meriti. I programmi televisivi propongono soprattutto modelli di questo tipo. E più sono idioti, più hanno successo. Speriamo di aver toccato il fondo con Frizzi e i cani dei vip. In questo contesto non abbiamo tempo né voglia di lavorare. Gli immigrati lo stanno facendo per noi: loro sono le formiche. Siamo troppo occupati a godere di quanto costruito dalle generazioni passate: noi siamo la cicala. Ma non può durare a lungo: finiremo come tutte le civiltà che si sono succedute nel corso della storia. Saremo spazzati via da altri che prenderanno il nostro posto. Ma anche loro, raggiunta una posizione dominante, si adagieranno e faranno la stessa fine. E’ nella natura dell’uomo. Come la violenza. Inutile negarlo, siamo animali violenti. Biologicamente si tratta di un eccesso di testosterone (ecco perché sono violenti soprattutto i maschi), che deve essere smaltito. Come? Mi vengono in mente due modi: il sesso e la violenza, il che significa procreazione e affermazione (intesa sia come affermazione di sé, sia come sopraffazione altrui). Ed in una società come quella che vedo io, la violenza e l’affermazione sono da preferirsi al sesso, che per inciso, non regala le scariche di adrenalina tipiche delle situazioni critiche e di pericolo. Ecco, la guerra urbana di Catania, molti crimini dei nostri giorni, persino il malgoverno dei nostri politicanti (che dopotutto fanno soltanto gli interessi di chi li controlla), sono da ricondurre, secondo me, ad una pulsione irrefrenabile che mira all’affermazione e alla sopraffazione. I nostri padri, i nostri nonni avevano altro di cui occuparsi: due guerre mondiali e un ventennio di dittatura nel secolo scorso, con tutte le conseguenze che ne sono derivate.
In tutto ciò, sinceramente, credo che il calcio e lo sport siano eventi marginali. Chi li vuole tirare in ballo sta cercando un alibi: le partite di calcio sono un inciso via via meno importante nelle pagine dei quotidiani sportivi. A conferma di ciò, in una domenica senza partite tutte le trasmissioni che discutono di calcio sono andate regolarmente in onda. Probabilmente con dati di ascolto migliori del solito: meglio un morto che un bel tre a zero. Perché, come ho avuto modo dire in passato, è soltanto una questione di soldi. E sul calcio se ne fanno tanti. Per questo il mondo del calcio non può cambiare, né a causa del doping né a causa di dirigenti e arbitri corrotti, né a causa di episodi di violenza. Con enormi vantaggi per tutti coloro che ci stanno dentro: calciatori, allenatori, opinionisti, dirigenti e presidenti. Un esempio per tutti: il presidente del Catania sabato voleva mollare tutto, ma oggi ci ha già ripensato. Un’ultima riflessione, forse cinica, forse fuori luogo, forse in quel contesto io non sarei migliore. Non mi era mai capitato di vedere, a fronte di un crimine commesso in una terra con determinati problemi (di traffico, direbbe Benigni), tanta gente mettere la faccia di fronte ad un microfono, per manifestare la propria condanna. Vedremo se al prossimo morto ammazzato (di traffico) i catanesi saranno ugualmente disponibili oppure torneranno a dire:”Nienti sacciu”.

venerdì, febbraio 02, 2007

MARGHERITA MARIA ALACOQUE

Venerdì 30 maggio i cattolici festeggiano la ricorrenza del Sacro Cuore di Gesù.

Se vi pare che la successiva citazione abbia poco o nulla a che fare con ciò, domandatevi cosa ci sia da festeggiare.


Margherita Maria Alacoque - Vita scritta da lei stessa

"7 I. Trionfa sulle sue ripugnanze naturali con atti di eroismo
Ero talmente schifiltosa, che la minima sporcizia mi sconvolgeva lo stomaco. Lui mi rimproverò tanto su questo punto, che una volta, volendo pulire il vomi­to d'una malata, non riuscii a impedirmi di farlo con la lingua e di mangiarlo, dicendogli: "Se avessi mille corpi, mille amori, mille vite, io li immolerei per es­servi schiava". E allora trovai in quell'azione tali delizie, che avrei voluto trovarne di simili ogni gior­no, per imparare a vincermi, senza altro testimone che Dio. Ma la sua bontà, cui solo ero in debito di avermi dato la forza per dominarmi, non mancò di rendermi palese il piacere che quel gesto gli aveva procurato. Infatti, la notte successiva, se non mi sbaglio, mi tenne quasi due o tre ore con la bocca incollata sulla piaga del suo sacro Cuore, e mi sareb­be difficile esprimere ciò che provavo allora e gli ef­fetti che questa grazia produsse nella mia anima e nel mio cuore. Questo basta a spiegare le grandi bontà e misericordie riversate dal mio Dio su una creatura così miserabile. Tuttavia, Lui non voleva affatto attenuare la mia sensibilità né le mie grandi ripugnanze, sia per ono­rare quelle che Lui aveva voluto patire nel giardino degli Ulivi, sia per fornirmi strumenti di vittorie e umiliazioni. Ma, ahimè, io non sono sempre fedele e spesso cado! Era una cosa cui pareva prendere gu­sto, sia per confondere il mio orgoglio, sia per rafforzarmi nella diffidenza verso me stessa, mo­strandomi che senza di Lui potevo solo far male e avere continue cadute senza potermi risollevare. Al­lora quel sovrano Bene della mia anima veniva in mio soccorso e, come un buon padre, mi tendeva le braccia del suo amore, dicendomi: " Sai bene che non puoi nulla senza di me". Questo mi faceva scio­gliere di riconoscenza per la sua amorevole bontà e mi mettevo a piangere, vedendo che non si vendica­va dei miei peccati e delle mie continue infedeltà, ma m'inondava di eccessi d'amore con cui sembrava combattere le mie ingratitudini. Talvolta me le met­teva sotto gli occhi, insieme alla moltitudine delle sue grazie, e mi ritrovavo nell'impossibilità di par­largli se non con le lacrime agli occhi, soffrendo più di quanto riesco a riferire. Così quel divino Amore si divertiva con la sua indegna schiava. E una volta in cui ero stata colta da nausea mentre accudivo una malata che aveva la dissenteria, mi rimproverò così aspramente, che, per riparare a que­sta colpa, mi vidi costretta, mentre andavo a butta­re via ciò che quella aveva fatto, a bagnarvi a lungo la lingua dentro e a riempirmene la bocca. Avrei in­goiato tutto se Lui non mi avesse ricordato l'obbe­dienza, che non mi permetteva di mangiare nulla senza permesso. Dopodiché mi disse: " Sei davvero pazza a fare queste cose!". Io gli risposi: "O mio Si­gnore, lo faccio per farvi piacere e conquistare il vo­stro cuore divino, che spero non mi rifiuterete. Ma Voi, mio Signore, cosa non avete fatto per conqui­stare il cuore degli uomini e, nonostante ciò, loro ve lo rifiutano e molto spesso vi cacciano via". "E ve­ro, figlia mia, che il mio amore mi ha fatto sacrificare tutto per loro, senza esserne ricambiato. Ma io voglio che tu supplisca, per i meriti del mio sacro Cuore, alla loro ingratitudine".


martedì, gennaio 30, 2007

PACS: come volevasi dimostrare

Ciao,

con incredibile tempismo chiesa e stato (ho difficoltà a capire dove finisce una e inizia l'altro) si sono affrettati a confermare quanto ho sostenuto ieri. Che abbiano letto il blog???

I vescovi si sono riuniti per discutere delle leggi che il parlamento italiano deve o non deve approvare (ma non si tratta di ingerenza nei confronti dell'Italia, naturalmente...):

http://it.news.yahoo.com/30012007/58-56/pacs-dei-vescovi-ribadiscono-primato-matrimonio.html

Prodi e Napolitano (quest'ultimo sta cercando di fare peggio del suo predecessore) si sono inchinati al volere di santa romana chiesa (roba che neanche nel medioevo...):

http://it.news.yahoo.com/30012007/58-56/coppie-fatto-prodi-d-accordo-napolitano-ruolo-chiesa.html

Che schifo.

Vorrei chiedere a questi signori soltanto questo: perchè vi coprite il sedere, se poi andate in giro a volto scoperto?


lunedì, gennaio 29, 2007

PACS


Ciao,

si fa un gran parlare di PACS. Ma cosa significa esattamente? Si tratta di un acronimo che sta per PAtto Civile di Solidarietà. Queste parole, singolarmente, evocano concetti molto cari alla chiesa cattolica, la quale fonda proprio sulla solidarietà la sua campagna pubblicitaria (che, per inciso, è a spese dello stato italiano!) di raccolta dell'ottopermille. Eppure, queste tre paroline una dietro l'altra, provocano, senza soluzione di continuità, gravi ingerenze da parte del vaticano, nella vita politica e sociale del nostro paese. La chiesa sostiene il suo diritto a parlare di questi temi, chiarendo la propria posizione. Però lo fa sovente in riferimento alla stuazione italiana, e quasi mai rivolgendosi con la stessa forza, al resto del mondo. D'altra parte i nostri politicanti da quattro soldi (falsi), non hanno gli attributi per schierarsi apertamente su posizioni radicalmente opposte a quelle della chiesa. Infatti l'influenza delle prediche domenicali sugli elettori cattolici è ancora molto forte nel nostro paese, contrariamente a quanto si possa credere. Anzi, da questo punto di vista, l'Italia è certamente il paese "occidentale" più teocratico.

martedì, gennaio 23, 2007

Libri (4 - G. de Santillana- H. von Dechend)

Ciao,
oggi vorrei presentare un saggio veramente interessante: “Il mulino di Amleto” (Adelphi). Avete mai riflettuto sul significato di alcune storie che da tempi antichi sono state tramandate di generazione in generazione? Ogni popolo ha il suo mito, che non è, appunto, solo una storia da raccontare attorno al focolare. E’ un intero patrimonio culturale, l’insieme di tutte le conoscenze di quel popolo, è la sua stessa identità, è quanto di più prezioso esso possieda. Per questo è apparentemente solo una storia. Noi, oggi, abbiamo ormai quasi del tutto perduto gli strumenti o la chiave per decodificare i miti. I mezzi di comunicazione di cui attualmente disponiamo ci permettono un accesso facile ed immediato alle informazioni di cui abbiamo bisogno. Anticamente, in special modo prima che fosse inventata la scrittura, non era così. Certo, per una comprensione completa ed approfondita del testo occorre un background culturale che non tutti possono vantare (in special modo io), tuttavia anche il lettore comune riesce ad assimilare i concetti salienti, che, vi assicuro, sono davvero interessanti: gli antichi la sapevano davvero molto lunga…

lunedì, gennaio 22, 2007

Libri (1 - Schätzing)

Ciao,
con questo post vorrei iniziare a commentare, brevemente, alcuni libri.
Comincerei, tanto per essere attuale, con “Il diavolo nella cattedrale” di Franz Schätzing (Ed. Nord). Si tratta di un giallo ambientato nella città di Colonia all’epoca della costruzione del duomo. Siamo quindi in pieno medioevo. La vicenda si svolge in pochi giorni di settembre, ma più che la trama (che vagamente ricorda “Il nome della rosa”) è interessante soprattutto la ricostruzione storica della comunità cittadina. Un lavoro di ricerca di questo tipo avrebbe meritato, secondo me, un intreccio più originale. Per questo direi che questo romanzo non è all’altezza della precedente opera dello stesso autore: “Il quinto giorno”, in cui la fantasia di Schätzing ha dato sinora il meglio di sé.

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