giovedì, febbraio 08, 2007

Il basilico è pericoloso?


Ciao,
ti piace il pesto alla genovese, vero? Come tutte le cose buone però, esiste un rovescio della medaglia. Nel 2001 è stato pubblicato un articolo sulla rivista scientifica J. Agric. Food Chem. (2001, 49, 517-521) da alcuni scienziati italiani. L’articolo è facilmente reperibile sul web (provate a ricercare le parole “Ocimum basilicum genovese gigante”).
Lo studio ha esaminato, in particolare, una varietà di basilico denominata Genovese Gigante, la quale sembra essere la più largamente impiegata per la produzione del celebre pesto, grazie alle sue qualità organolettiche. Anzi, le foglie provenienti dalle piantine più giovani sembrano le più ricercate. Gli autori hanno messo in relazione il contenuto di metileugenolo nell’olio essenziale estratto dalle piante studiate, con l’altezza (e quindi l’età) delle piantine stesse. I risultati dimostrano che il metileugenolo è il principale componente dell’olio essenziale ottenuto da foglie prelevate da piantine non più alte di 10 cm. Quando la pianta è più alta, la quantità di metileugenolo decresce.


Metileugenolo

Ma cos’è il metileugenolo? E’ una sostanza probabilmente derivata per via enzimatica dall’eugenolo, anch’esso presente nell’olio essenziale, estratto dalle foglie di basilico. Ma a noi interessa il metileugenolo, in quanto ritenuto cancerogeno secondo studi effettuati sugli animali. In una porzione di pesto, preparato con giovani piante di Genovese Gigante, la quantità di metileugenolo si può considerare non trascurabile, e quindi, gli autori dell’articolo auspicano che si utilizzino piante mature, e non giovani, per la preparazione del pesto alla genovese. Ci facciamo due spaghetti alla carbonara stasera?



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