lunedì, maggio 28, 2007

L'uomo nero


Ciao,
ho letto, naturalmente, la prolusione di Bagnasco pronunciata in occasione della 57a assemblea generale della cei svoltasi a Roma nei giorni 21-25 maggio 2007. Vorrei non leggerne altre, in futuro. Intanto commento questa.

Il principio: “prima pensiamo a noi e poi agli altri“ è più che mai valido. A saluti e leccatine al principale sono dedicati i primi sei (6!) punti del documento.

Passiamo oltre.
Cito testualmente dal punto 7): “Mi è caro insistere come la dimensione missionaria è insita nella pastorale ordinaria delle nostre parrocchie e aggregazioni: la vita articolata di queste realtà, infatti, pone continuamente in contatto con persone anche non credenti o non praticanti, alle quali, nell’immediatezza dei rapporti con il pastore, viene annunciato il Signore. D’altronde, il Vangelo ci esorta a seminare a larghe mani con generosità, senza selezionare i terreni che appaiono più adatti, e con grande fiducia nella forza della grazia.”
E poi dal punto 8): “Per questo, anche quando la persona non ha ancora sviluppato e attuato le sue capacità o perde coscienza di sé, resta persona degna di rispetto e di diritto. La sua dignità è dunque intrinseca e incancellabile qualunque siano le circostanze di vita.”
E’ recente la notizia di un parroco che ha rifiutato di concedere la comunione ad un ragazzo autistico. Non commento oltre.


Finalmente al punto 9) si parla della gente in termini meno astratti. La chiesa si proclama cosciente dei problemi delle famiglie, cui tiene tanto: asili per i bimbi, difficoltà nel comprare casa, etc.

Naturalmente tutti sappiamo che le scuole cattoliche (largamente sovvenzionate e favorite dallo stato italiano) sono pronte ad accogliere gratuitamente i figli delle famiglie più bisognose…
Naturalmente tutti sappiamo che l’immenso patrimonio immobiliare della chiesa cattolica (ICI free!) è a disposizione di chi non ha un tetto…
Naturalmente sappiamo che la banca vaticana concede mutui e prestiti a condizioni favorevoli per coloro che si trovano in difficoltà…


Al punto 10) arriviamo al Family Day. Cito: “ Se a livello di media laici non c’è stata sempre prontezza nel cogliere la novità e la portata di questo evento, non di meno esso rimarrà come un segno forte nell’opinione pubblica e come un appello decisamente non trascurabile per la politica. E' la società civile infatti che si è espressa in maniera inequivocabile e che ora attende un’interlocuzione istituzionale commisurata alla gravità dei problemi segnalati.” Questo è un goffo e subdolo tentativo di etichettare come incivili coloro che la pensano in modo diverso…

Ci sarebbe molto altro ma sto per vomitare e devo andare in bagno.

venerdì, maggio 18, 2007

Dio



Ciao,
sono tempi difficili, questi. Ma non ci possiamo lamentare: i tempi facili non sono mai esistiti, mentre quelli difficilissimi si.
I politicanti, i potenti, i preti, il sistema. Chi ci crede può sempre sperare in Dio. La giustizia? No, quella non esiste. Casomai la vendetta…
Ma questo benedetto dio esiste oppure no? Fior di pensatori, filosofi e matematici hanno trascorso la propria vita nel tentativo di dimostrarne l’esistenza. Non sono riusciti a stabilirne neanche la necessità. Ma supponiamo pure che esista. Cosa potremmo dire di lui? Ammettiamo che abbia creato l’universo e quindi anche il nostro mondo. Certamente non si è rivelato all’umanità intera, altrimenti non avremmo quel coacervo di religioni che ci ritroviamo (a dire il vero molte di esse, sembrano proprio frutto di fantasie un po’ deviate…), ma tutti saremmo d’accordo nel credere nello stesso dio. Dunque dobbiamo ritenere che stia da qualche parte, magari osservando, magari occupandosi di altro: non ci è dato saperlo. Il punto secondo me è: interviene lui nella nostra vita, nelle vicende terrene? Se adottasse un criterio di giustizia ed equità, sicuramente no. Infatti, soprusi, crimini, delitti, sono all’ordine del giorno senza che alcuno dei colpevoli sia fulminato all’istante. E nemmeno a dire che i più deboli, coloro che subiscono, abbiano a godere di un qualsivoglia risarcimento. Possiamo ritenere con certezza che questo tipo di giustizia non fa parte del nostro mondo. Chiediamoci allora se possa intervenire secondo altri criteri. Ad esempio il criterio opposto. Per come vanno le cose è sicuramente da ritenersi più probabile, ma in tal caso la speranza e la fede non avrebbero alcun significato. L’unica alternativa ragionevole è la sua astensione da qualsiasi intervento. Miracoli compresi. E da uno scenario di questo genere deriverebbero una serie di considerazioni interessanti. Ad esempio, sarebbe vana ogni invocazione di intervento, ogni richiesta di grazia, ogni voto, ogni preghiera. Ma sarebbe impossibile anche distinguere tra bene e male, almeno secondo quella che dovrebbe essere l’interpretazione che lui ne avrebbe. Questo perché tra noi e lui non ci sarebbe mai stato alcun contatto. Ma in questo caso, come l’uomo ha potuto partorire l’idea di dio? E comunque, buoni o cattivi, saremmo tutti sullo stesso piano, di fronte a lui? Inoltre, sarà vero che le nostre azioni saranno sottoposte a giudizio? E a che scopo? In effetti l’esistenza di dio non presuppone affatto l’immortalità della nostra anima, ed il suo destino in base al comportamento durante la vita terrena. Questa sembra anzi una speranza dell’uomo, il quale teme la morte in quanto assoluta e definitiva. Tutto potrebbe esaurirsi allo scadere del tempo, al termine del ciclo vitale, semplicemente perché dio ha voluto che fosse così.
Nessuna, tra le grandi religioni, è capace di fornire risposte esaustive e convincenti. Alcune, al contrario, sostengono tesi assurde e paradossali, puntando sulla fede, a volte sulla credulità, altre persino sulla paura.
Nessuna, tra le grandi religioni, prende in considerazione la possibilità che le cose stiano come le ho esposte, perché in tal caso esse non avrebbero motivo di esistere.
Nessuna, tra le grandi religioni, è stata rivelata direttamente da dio a tutta l’umanità, quindi tutte ammettono una certa subdola forma di razzismo da parte di dio stesso.
Tutte le grandi religioni, chiamano o hanno chiamato, e sicuramente chiameranno di nuovo, i propri adepti, alle armi in nome di dio e della propria fede.
Tutte le grandi religioni ricorrono a dio per giustificare se stesse, nessuna esiste per giustificare dio.
Tutte le grandi religioni sono inutili (ma provvidenziali per coloro che le guidano).
Tutte le grandi religioni sono dannose.
La spiritualità, la fede, la sensibilità nei confronti del trascendente, sono proprietà dell’individuo, non della collettività. Credere o non credere non è una scelta, è un fatto che riguarda il singolo.Relativismo? Chiamatelo come volete, a me sembra giusto così e non ci vedo nulla di male. Forse perché non ho nulla da perderci.

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