martedì, dicembre 12, 2006

Buon compleanno!


A volte facciamo cose meravigliose: tu sei la migliore di tutte.

Auguri, Fede!

martedì, dicembre 05, 2006

Iraq

Ciao,

all'indomani del termine della missione italiana, mi permetto di fare un commento. In realtà sono stato tentato più volte di farlo prima, specialmente nel mese di novembre, a partire dal 2004, ma poi ho rinunciato.

Prima di tutto vorrei sapere perchè è stato necessario un intervento armato, perchè di questo, evidentemente, si è trattato. Nessuno mi dirà la verità, quindi tirerò ad indovinare. Gli americani ci hanno propinato la falsa storia delle armi di distruzione di massa, sapendo bene che non se ne sarebbero trovate. Lo so che una scusa deve innanzi tutto essere plausibile e questa non lo è, ma che ci posso fare se chi l'ha ideata è stato poco lungimirante? Allora forse lo scopo (segreto?) della guerra era di rovesciare il regime di Saddam, ritenuto, senza prove, un sostenitore di Al Qaeda e, non senza ragione, un oppressore del popolo iracheno. Forse. Ma se così fosse non sarebbe stato necessario inventare la scusa di cui sopra. Eppoi si deve dimostrare che le stesse forze della coalizione non opprimono gli iracheni. Oppure, dopo i fatti dell'11 settembre, comunque siano andate le cose quel giorno, si doveva fare qualcosa. E questo qualcosa si chiama guerra, non importa tanto, contro chi. Bisognava trovare una valvola di sfogo. L'Iraq era il bersaglio predestinato: c'era un cattivo (Saddam) consolidato e fortemente indebolito, il territorio era conosciuto fin dalla Guerra del Golfo del 1991. La scusa delle armi di distruzione di massa servì per salvare le apparenze ed ottenere il beneplacito dell'ONU.

E' vero, si invase anche l'Afghanistan, ma la situazione era differente. Anche lì c'era (forse) il cattivo Bin Laden (e anche i Talebani), ma si era ben consci che catturarlo sarebbe stato quasi impossibile: gli afghani sono tosti, come ben sanno gli ex-sovietici, e tra le montagne ci si nasconde bene.

Quindi, si diceva, attacchiamo i paesi canaglia (l'Iraq per primo) e acciuffiamo i cattivi. Però nessuno ha mai evidenziato legami così evidenti tra questi paesi e Al Qaeda, quanto quelli tra i Bush e Bin Laden.

Al momento, in Afghanistan stanno tornando i Talebani: a parte i morti e gli sciancati non è cambiato molto...

Ma torniamo all'Iraq. Come da copione, in poco tempo si arrivò a Baghdad: il 19 marzo 2003 iniziò la guerra, il 9 aprile fu abbattuta la statua di Saddam. Poi però le bugie iniziarono a venir fuori: le armi non c'erano e gli americani non si comportarono come una forza di liberazione. In effetti, fecero di tutto per indispettire, umiliare e maltrattare gli iracheni. Invece di ricercare l'appoggio della popolazione se la sono inimicata. E la ribellione ha preso piede. Oggi si inizia a parlare di sconfitta. Ma gli americani sono ancora lì. E se non se ne volessero andare? Potrebbe essere una strategia per essere presenti in una zona del mondo fondamentale per i loro interessi. Saranno contenti gli israeliani...

Noi, invece, siamo andati via. Alcuni dei nostri militari hanno messo da parte un bel gruzzoletto finanziato da tutti gli italiani. Altri non ci sono riusciti, ma almeno le loro famiglie non moriranno di fame.

Certo che, se stasera, bussando col fucile, si presentasse a casa mia un tizio in uniforme armato fino ai denti, farebbe non poca fatica a convincere me e la mia famiglia che è venuto a portare la pace...

Con questo non voglio denigrare nè tantomeno giudicare nessuno, ma non credo che alcun soldato, di qualunque nazionalità, in tutta coscienza ed onestà possa credere veramente di aver partecipato a questa campagna solo ed esclusivamente per fare del bene al popolo iracheno. Chi ha questo scopo, lo persegue senza armi, con molto coraggio, e, spesso, senza fortissimi incentivi in busta paga.

Letture consigliate: Thomas E. Ricks, "Il grande fiasco" (Longanesi)


lunedì, dicembre 04, 2006

Attenti a quei tre

Ciao,

alcuni esponenti della Rosa nel Pugno (Donatella Poretti, Cinzia Dato, Sandro Gozi) stanno lavorando per distruggere il sistema sanitario del nostro paese. Essi affermano che il cittadino deve avere accesso a tutte le informazioni possibili riguardo le terapie cui potrebbe essere sottoposto. E fin qui ci sto. Quindi- sostengono- deve essere concesso alla Case Farmaceutiche di veicolare al pubblico tali informazioni, riguardanti in particolar modo i farmaci etici, cioè quelli per i quali è obbligatoria la prescrizione medica. Come si può fare? Ma con la pubblicità, è ovvio. E qui non ci sto più. Vediamo perchè.

Negli USA è legale pubblicizzare i farmaci etici. Ecco cosa succede. Il cittadino, convintosi di essere malato, in realtà è solo rimbecillito e disorientato da una valanga di spot, chiede al medico una prescrizione per quello specifico farmaco, la ottiene e compra un farmaco spesso inutile, se non nocivo, ma sicuramente costoso, poichè i costi di marketing e pubblicità vengono scaricati su di lui. Gli USA sono il mercato più redditizio per l'industria farmaceutica proprio grazie a questo meccanismo. Da anni essa tenta inutilmente di scardinare anche il mercato europeo. Negli USA, le case farmaceutiche non pagano gli spot per fare informazione (altrimenti si potrebbero trovare nell'imbarazzante situazione di dover affermare che il tale farmaco della concorrenza è migliore del proprio), ma solo per farsi pubblicità ed incrementare le proprie vendite. Negli USA i farmaci possono costare anche dieci volte più che da noi, anche grazie ai costi delle faraoniche campagne pubblicitarie. Negli USA il sistema sanitario fa schifo, a tal punto che gli americani ci invidiano il nostro. Il nostro sistema sanitario delega ai medici la responsabilità di prescrivere i farmaci. Essi dovrebbero essere aggiornati, più dei cittadini, sulle caratteristiche dei farmaci in commercio. I medici sono competenti in materia (o almeno dovrebbero esserlo). Non ci si può laureare in medicina attraverso gli spot. Teniamocelo stretto, il nostro Servizio Sanitario, che poi così male non è. Se l'iniziativa di quei tre signori dovesse avere successo, il nostro Servizio Sanitario collasserebbe in poco tempo a causa di un repentino ed esagerato incremento del consumo di farmaci che sarebbero tra l'altro molto più cari.

Non è difficile indovinare che tipo di sponsor abbiano quei tre...


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