lunedì, giugno 18, 2007

Passato, presente, futuro


Ciao,
in passato ho studiato con impegno, e grazie all’aiuto ed alla pazienza di coloro che mi vogliono bene, ho centrato l’obiettivo di una prestigiosa laurea con lode. Chi ha studiato bene, mi dicevo, è preparato e stimato in ambito universitario non incontrerà difficoltà a trovare lavoro. Fu così infatti: rinunciai alla carriera universitaria, declinando l’invito dei miei professori. D’altra parte troppi anni ancora fra dottorati, gavetta, contratti capestro, sarebbero serviti per ottenere il posto di ricercatore. Ma questa è un’altra storia.
Lavoro ormai da parecchi anni, sempre per la stessa azienda. Periodi buoni, altri meno buoni, alcuni pessimi. Ho una famiglia. Ho una casa. Devo ritenermi felice e soddisfatto. E anche fortunato. Ma sono preoccupato. L’orizzonte non è limpido. Scure nubi si stanno avvicinando. La corda è tesa, quasi al limite, eppure, dall’altra parte, si continua a tirare.
L’euro è stato un brutto colpo per molti, un affare colossale per alcuni. Ci hanno tolto la pensione, poi il TFR, diritti che pensavamo certi, granitici. Banche, società di credito, assicurazioni, fanno a gara per aggiudicarsi il gruzzolo e, se va bene, solo il grosso degli interessi che frutterà. Se va male inventeranno una scusa, e resteremo senza nemmeno il classico tozzo di pane. Lavoriamo, ma lo stipendio resta quello. Aumenti? Non se ne parla. La ripresa economica del paese? Se ne parla. Da almeno dieci anni, a mesi alterni. Come il vaccino per l’AIDS e la cura per il cancro (ma anche questa è un’altra storia). Il lavoro è diventato un privilegio, il salario un optional. E si fatica sempre di più. Ora sappiamo di essere osservati, spiati, in qualche modo minacciati. Cambiamenti? Nessuno. Destra o sinistra? Ormai sono equivalenti, non c’è differenza: tutti tirano la corda. Si accusano l’un l’altro dichiarandosi amici della gente. Uno di loro ha ottenuto molto dal consenso nazionale: soldi, agevolazioni, celebrità, favori, ed una fedina penale meno sporca. In cambio ci ha dato alcuni delinquenti in parlamento, il grande fratello e Maria De Filippi. Il suo antagonista invece, non si sa cosa si sia preso e nemmeno cosa ci abbia dato. Forse lo capiremo guardandoci dietro. Ambedue, però, tirano la corda. Imperterriti. Non credo più nel voto, in questa pseudodemocrazia, utile solo per designare l’assegnazione di un ruolo, non per governare un paese.
Qualcuno di loro ha detto che la politica è in crisi. Mi ricorda il piromane che da al fuoco la colpa dell’incendio. Lui è uno di quelli che tira di più. Di nascosto, però. La corda è sempre più in tensione. Molte famiglie sono scivolate in un vortice che le lascia senza risorse tra uno stipendio ed il successivo. Tra poco toccherà ad altre. Prima o poi anche alla mia. E la corda? Si spezzerà, spero. Molti saranno decapitati dalla frustata dei due spezzoni. Agli altri dovremo pensare noi. E’ questione di tempo, ma credo che se non sarà la mia generazione, toccherà a quelli come mio figlio, fare pulizia e rimediare agli errori nostri e dei nostri padri. Serviranno mezzi drastici, purtroppo, poiché lo sporco accumulato nel Parlamento è molto ostinato. D’altra parte sono decenni che non si cambia nemmeno l’aria, lì dentro. Hanno provato a farci credere che pulizia fosse fatta, ma è evidente che hanno soltanto messo la polvere sotto il tappeto. Chi si ribella è un terrorista, dicono. Bene, allora è proprio dei terroristi che c’è bisogno. Adesso. Dobbiamo avere la forza ed il coraggio di tagliarla noi questa maledetta fune, prima che si spezzi da sé. Altrimenti domani sarà guerra civile e non voglio pensare alla fine che farà il sorriso del mio bambino.

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