lunedì, aprile 02, 2007

Libri ( 3 - P. Odifreddi)

Ciao,
concludo oggi la trilogia dei post sulle ultime attività vaticane, e lo faccio parlando di un libro. Si tratta di un fenomeno editoriale importante, considerando che siamo in Italia che, vuoi o non vuoi, è il paese che subisce di più le pressioni della chiesa cattolica. Il titolo è “Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)” di Piergiorgio Odifreddi, Ed. Longanesi.
Non si tratta, a dire la verità, di un testo particolarmente originale: contestazioni ad inesattezze, errori e stupidaggini di vario tipo contenute nella bibbia, sono state presentate già in numerosi testi:
“500 errori nella bibbia” di Adel Smith, oppure “Verità e menzogne della chiesa cattolica” di Pepe Rodriguez, solo per citarne un paio. In genere questo tipo di letteratura non riscuote molto successo in Italia, per il motivo che ho esposto in precedenza, ed in effetti le due opere appena menzionate sono state stroncate soprattutto attraverso una feroce critica (a volte, ma non sempre giustificabile) nei confronti degli autori. Tuttavia sui contenuti c’è poco da discutere, è sufficiente leggere la bibbia con un po’ di senso critico. Comunque, per molti è ovvio che un testo così antico possa riportare alcune inesattezze o incongruenze. Quindi, data l’impossibilità di prendere alla lettera i passi biblici, diviene obbligatorio procedere per interpretazione. La chiesa cattolica lo ha fatto e lo fa tuttora, ma in una maniera che definire libera è decisamente troppo restrittiva. Interpretare in modo variopinto una traduzione già spregiudicata di suo (oppure errata volutamente) , può portare a sostenere cose molto diverse e certe volte opposte a quanto scritto sui testi originali. E’ un po’ come prendere un libro di cucina ed interpretarlo per tirarne fuori elementi di diritto amministrativo. Odifreddi punta proprio su questo, ma non si limita ad una critica asettica ed obiettiva: spogliando la chiesa di qualsivoglia sacralità pone in ridicolo le sue asserzioni dogmatiche ed assurde. Non teme l’inferno, e si vede. La chiesa cattolica è considerata non più (forse meno) delle altre sette cristiane, proprio per la sua adorazione nei confronti dell’ossimoro (termine gradito all’autore) piuttosto che in Dio.
Come mai, allora, un libro così dissacrante può diventare un fenomeno editoriale nel paese che rappresenta l’icona del sacro?
Sicuramente l’autore si è guadagnato, attraverso le sue precedenti opere, una discreta fama di abile ed apprezzato divulgatore, ma questo a mio avviso, non è l’unico motivo. L’arroganza, la supponenza e la superbia con cui la chiesa cattolica pretende di imporre la sua visione del mondo e la sua verità sta risvegliando molte coscienze. Dopo un lungo papato, in cui molto si è giocato sul vittimismo (l’attentato di Piazza S.Pietro, l’infermità di un vecchio papa) per celare o mettere in secondo piano tutti quegli eventi che avrebbero dovuto essere chiariti meglio (Emanuela Orlandi, Mirella Gregori, la morte delle guardie svizzere, lo IOR, il ruolo del vaticano (che non fa politica, ricordiamolo) nella fine degli imperi comunisti, gli scandali dei preti pedofili, etc), poco si può fare ora per rendere più accettabili le posizioni anacronistiche, integraliste e fondamentaliste dell’attuale papa dal sorriso inquietante e spigoloso. La chiesa cattolica sta diventando antipatica, forse perché commette degli errori, ma di sicuro perché si ritiene infallibile, guarda sempre la pagliuzza nell’occhio altrui e mai la trave nel proprio.

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