lunedì, novembre 20, 2006

Top Ten parte III

Ciao,
nel precedente post ho sostenuto che dobbiamo iniziare a ragionare sulle cause per le quali assumiamo i farmaci: le malattie. Consideriamo quindi la Top Ten già pubblicata e iniziamo dal primo posto. Ipercolesterolemia. Il famigerato e temutissimo colesterolo.
Il colesterolo è un normale costituente delle nostre cellule, di tutte le nostre cellule poiché è presente nelle loro pareti e serve per la produzione di numerose fondamentali molecole (ad esempio gli ormoni steroidei). La sua presenza nel nostro organismo è quindi non solo normale ma addirittura indispensabile: la sua assenza è incompatibile con la vita. Questo è talmente vero che esistono addirittura due vie che l’organismo può sfruttare per approvvigionarsene: a) Attraverso l’alimentazione (grassi di origine animale); b) Mediante un meccanismo di biosintesi che sfrutta altre sostanze.
Poiché il colesterolo (come tutti i grassi) non si scioglie in acqua, non potrebbe circolare liberamente nel sangue, senza l’aiuto di particolari proteine trasportatrici. Per semplificare dividiamole in due categorie (la realtà è un po’ più complicata, ma per il nostro scopo va bene così): HDL (dall’inglese High Density Lipoprotein) e LDL (Low Density Lipoprotein). Le prime trasportano il colesterolo dal fegato, che possiamo considerare come il magazzino centrale, a tutti i tessuti periferici che ne abbiano necessità. E’ questo quello che viene definito “colesterolo buono”; Le LDL, invece, compiono il tragitto inverso: riportano al fegato i grassi (colesterolo compreso) in eccesso negli altri tessuti. Questo è il “colesterolo cattivo”.
La teoria ufficiale sostiene che individui con elevati livelli di colesterolo, soprattutto quello veicolato dalle LDL, siano maggiormente a rischio per quanto riguarda l’accumulo di grassi all’interno delle pareti arteriose con la possibilità di successivo restringimento e irrigidimento. Inoltre aumenterebbe la possibilità di formazione di trombi. Infine si rischia l’infarto. Da qui la necessità di ridurre il livello del colesterolo nel sangue, sia attraverso la dieta, ma più comodamente tramite una pillola (magica?).

Diciamo subito una cosa, tanto per fare chiarezza. Non esiste alcuno studio scientifico, universalmente accettato, che dimostri inequivocabilmente un nesso di causalità tra elevati livelli di colesterolo nel sangue, e malattia cardiaca. L'ho sparata troppo grossa? Però è così. Davvero. Nella letteratura scientifica è possibile anzi, rinvenire studi che sembrerebbero dimostrare l’esatto contrario. L’efficacia dei farmaci (statine) ipocolesterolemizzanti nel proteggere la popolazione da infarti a ripetizione, è dimostrata esclusivamente dai trial clinici condotti dalle Aziende che li commercializzano, i cui risultati non sono soggetti ad alcun controllo prima che siano da esse elaborati. Certo, la teoria del complotto alla faccia della popolazione mondiale (o quasi) può sembrare un'enormità. Ma anche la cifra di dodicimiliardinovecentomilioni di dollari in un anno lo è. Non vi pare?


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