giovedì, ottobre 12, 2006

Un racconto

Ciao,

ho scritto un breve racconto.

Il suo cadavere giaceva quasi interamente sulla strada: la testa aveva colpito violentemente lo spigolo del marciapiede e lì era rimasta. Il sole aveva quasi squagliato l’asfalto. Il sangue era stato assorbito dal suolo come se fosse stato di terra. Restava solo una chiazza scura. Il motociclista che l’aveva investito era miracolosamente illeso, a parte qualche contusione guaribile in pochi giorni e l’incapacità di tornare in sella che non l’avrebbe più abbandonato. La giornata era sembrata sfortunata sin dall’inizio: lo spazzolino gli si era spezzato in mano mentre si sfregava i denti, poi il caffè bollente si era rovesciato ustionandogli il piede destro.


Ma lui era un ottimista, e non aveva colto quei segni come l’inizio della fine.


Mentre attendeva che il semaforo desse il via ai pedoni, una piccola distrazione: un alito di vento caldissimo sollevò il leggero e corto velo che proteggeva dagli sguardi le gambe della ragazza. Istintivamente si voltò, ma perse l’equilibrio. Fu la borsa del suo notebook ad ostacolare la folle corsa del centauro. Fu tutto molto rapido. Ebbe solo il tempo di comprendere quanto non fosse vero che prima di morire tutta la vita ti scorre davanti. Ma realizzò che stava per morire. Non ci fu neppure la possibilità di avere paura. Un colpo secco alla testa e poi stop. Era morto.


Ma lui era un ottimista e non si sarebbe lasciato spaventare comunque.


Quindi, lentamente, si rimise in piedi e ordinò una birra fresca nel bar all’angolo.


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