mercoledì, febbraio 08, 2006

Democrazia: la conquista di un’illusione o l’illusione di una conquista?


Ciao,
a proposito di quanto sta succedendo tra Europa-Stati Uniti e mondo islamico ho qualche riflessione, anche di carattere più generale. Nessuna delle due culture accetterebbe in casa propria le regole dell’altra, eppure siamo andati in Iraq per imporre la “democrazia”. E’ giusto meravigliarsi se, una volta eliminato il feroce dittatore, la situazione è quella di un paese in cui governa il caos?
Letteralmente, democrazia, significa governo del popolo. Naturalmente, come tutte le forme di governo, è un’utopia, un traguardo irraggiungibile. La libertà, che dalla democrazia dovrebbe derivare, è un illusione che va conquistata a caro prezzo. La definirei “la conquista di un’illusione” e, di conseguenza, “l’illusione di una conquista”. Ma le conquiste non possono essere imposte: vanno raggiunte in prima persona. Quanto alle illusioni, ciascuno culla le proprie e le custodisce come può. Ogni popolo pensa e agisce in base alla propria storia, spesso senza farne tesoro. Penso agli Stati Uniti, che credono di esistere per contrapporsi al Male, ma lo ricercano solo in casa altrui, peraltro senza mai sconfiggerlo; penso ad Israele, patria di un popolo senza terra per millenni eppure unito e sempre perseguitato, che ora infligge ad altri la stessa pena; penso ai Palestinesi, che tale pena non vogliono subire, e che hanno un’occasione irripetibile per dare al mondo intero una lezione di civiltà con Hamas al governo se mai si raggiungesse la pace; penso in genere a tutti i musulmani che non tollerano, giustamente, che la loro illusione sia derisa in occidente; penso al Vaticano, che sempre ha tenuto in maggior considerazione il potere temporale rispetto a quello religioso, pur affermando ridicolmente l’opposto; penso all’Italia, sempre divisa in fazioni, granducati e comuni fin dai tempi di Roma, così come ora è divisa prima delle elezioni, perché è pur sempre meglio capeggiare una banda di tre elementi piuttosto che fare il vice in un’organizzazione di 1000 persone. E potrei continuare a lungo…
Non è sufficiente studiare la storia e le scienze per progredire: occorre innanzi tutto avere il coraggio di scrivere obiettivamente, ammettere i propri errori prima di quelli altrui, e tentare di cambiare i comportamenti che in passato tanto hanno nociuto. Purtroppo i nostri leader sono troppo occupati a riscrivere la storia del recente passato per occuparsi di quella futura.

“Homo homini lupus”
Plauto (Asinaria, v. 495)

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