martedì, febbraio 05, 2008

Chi difende la vita?

Vorrei approfondire un tema molto importante: il vaticano, la contraccezione e l’aborto. La chiesa cattolica afferma che la vita è sempre da rispettare. E fin qui tutti d’accordo. Nel momento in cui, però, si rendono necessarie alcune scelte, il vaticano assume una posizione intransigente: no all’aborto sempre e comunque. Il ricorso a questa pratica è solitamente considerato come una extrema ratio dalla maggior parte delle donne in una società ricca e progredita. La legge consente di abortire entro certi limiti temporali, ad esempio se il feto è affetto da patologie gravi, e comunque la scelta dei genitori è sempre molto sofferta e difficile. In altre situazioni l’aborto può rappresentare il male minore: gravi rischi per la salute della madre, giovanissima età della stessa, impossibilità di fornire le cure di cui un qualsiasi bimbo necessita, a causa di situazioni familiari, sociali, economiche estremamente difficili. In tutti questi casi il vaticano dice no. No e basta. Senza eccezioni. A questo aggiungiamo anche la contrarietà verso ogni forma di contraccezione e/o controllo delle nascite che non sia del tutto naturale, e quindi efficace. Cerchiamo di comprendere le conseguenze di tale ostinato atteggiamento. Non si farebbe nulla per evitare la sofferenza di persone con gravi difficoltà fisiche e mentali, si aumenterebbero le difficoltà in situazioni già molto disagevoli e disperate. Perché la chiesa vuole la sofferenza (altrui, si capisce…)? Beh, ho già espresso il mio pensiero in un precedente post. La chiesa vive di sofferenza, si nutre di disperazione. Raccoglie adepti tra gli emarginati, in cambio di stravaganti promesse di eternità e salvezza (ma salvezza da chi e da cosa?). La sofferenza (degli altri) è purificatrice, e quindi devono per forza esserci persone che soffrono. Bisogna fare in modo che soffrano.
Come può, chi per libera scelta (e direi contro natura), ha rinunciato a donare la vita, e a vivere l’esperienza della paternità, avere la supponenza di imporre ad altri il proprio punto di vista? Si tratta evidentemente di terrorismo psicologico, visto che la pena per i peccatori è l’inferno. E l’inferno di per sé non sarebbe male. Il problema è che lassotto di papa non ce ne sta uno soltanto, e il numero cresce di conclave in conclave…

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